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LE COMETE

CON TALE SEZIONE VOGLIAMO RENDERE OMAGGIO

ALL'ASTRONOMO CASALESE GIOVANNI CELORIA

CON UN VIAGGIO ATTRAVERSO UNA DELLE OPERE PIU' IMPORTANTI DA LUI COMPIUTE DURANTE LA PERMANENZA PRESSO L'OSSERVATORIO DI BRERA

Tra i tanti studi da lui compiuti infatti, di particolare rilievo sono stati quelli dedicati all'osservazione delle comete, a quei tempi oggetti celesti ancora poco compresi. Lo stesso Celoria, tramite le proprie osservazioni, giunse a ipotesi confermate solamente diversi decenni dopo.

Ipotizzò infatti la possibile esistenza di milioni di comete che seguono il Sole, circondandolo, (Teoria avvalorata da Ian Oort oltre mezzo secolo dopo), e che potessero essere anche oggetti interstellari, (conferma arrivata solo 127 anni dopo con la scoperta di 1I/'Oumuamua e 2I/Borisov).

Ipotizzò pure la possibilità di scontri con la Terra se pur non ritenendoli un reale pericolo.

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Il giorno 2 giugno del 1858 fu trovata in cielo una cometa, che rimase visibile dagli orizzonti terrestri fino al primo marzo del 1859 (Cometa Donati). Durante la sua lunga apparizione prese aspetti diversi. Dapprincipio fu bianca, tonda, piccola, a contorno irregolare, telescopica ossia visibile solo ad occhi armati di cannocchiale. Verso la fine dell’agosto divenne visibile ad occhio nudo, e la forma sua fu quella di un disco circolare risultante di due parti ben distinte, l’una centrale, lucentissima (nucleo), l’altra (chioma) tenue, diffusa, pallida, svolgentesi come aureola attorno alla prima. Nei primi giorni di settembre, la chioma cessò d’essere simmetrica attorno al nucleo, prese ad estendersi nella direzione opposta al Sole, e a formare lungh’essa una striscia nebbiosa, diffusa, tenue (coda) il cui splendore, sempre più debole a distanze crescenti dal nucleo, finiva per perdersi nella luce generale del cielo.

La Cometa Donati parve allora completa, formata di nucleo, chioma e coda. A poco a poco la coda si spinse a distanze sempre maggiori dal nucleo e diventando lunga s’incurvò; crebbe fino a misurare il giorno 5 di ottobre (tav. XX) 35 gradi, fino a misurarne 60, la terza parte del grand’arco celeste che posa sull’orizzonte, il giorno 10; in un sol giorno la lunghezza sua salì da 35 a 50 gradi, in meno di tre, dal 12 al 15 di ottobre, discese da 45 a 15; diminuì in seguito a gradi a gradi fino a sparire fra il 3 ed il 6 di dicembre, ed allora la Cometa ridivenne telescopica.

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Celoria_-_Atlante_Astronomico_1890

Tav.XX - Cometa 1858 VI (Donati) nel momento del suo massimo splendore

(5 Ottobre).

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Il capo della Cometa Donati presentò, sovratutto in ottobre, uno spettacolo straordinario. Al suo nucleo, dalla parte del Sole, aderiva un inviluppo lucido, non uniformemente splendido, a forma di ventaglio ed a struttura irregolare; succedeva ad esso una fascia o zona oscura, ed a questa un secondo inviluppo luminoso e del primo meno splendente; una seconda fascia oscura abbracciava questo secondo inviluppo, e al di là di essa veniva un ultimo inviluppo nebbioso, tenue, diffuso, che si perdeva presto nel fondo oscuro del cielo. Il numero di questi inviluppi crebbe fino a quattro, e gli inviluppi successivi non si disposero sempre in modo identico e simmettrico rispetto al nucleo.

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Celoria_-_Atlante_Astronomico_1890

Capo della Cometa Donati visto con un forte cannocchiale nei giorni 2 e 10 Ottobre 1858

Testo tratto dalla monografia scritta da Giovanni Celoria dal titolo "Le Comete"

Tav XX

Di seguito sono raccolte le immagini delle comete più recenti.
Tutte le foto sono state realizzate dagli 'astrofili celoria'
dalle colline del Monferrato

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