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Serata a Charles Messier

Il Gruppo Astrofili G. Celoria nella seta del 18 maggio 2009 ha organizzato presso uno dei suoi siti, in questo caso l'osservatorio Gisa_Na_Star [1]  in località Coniolo, una serata osservativa dedicata a Charles Messier, l'Astronomo francese nato nel 1730, morto nel 1817 alla rispettabile età di 86 anni e che dedicò tutta la sua vita all'osservazione e alla ricerca delle comete.

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Messier iniziò la sua lunga vita osservativa cercando il ritorno della cometa di Halley. Fu così che divenne cacciatore di comete e nel corso degli anni ne identificò circa una ventina di cui una buona parte nuove, del tutto sconosciute. Tuttavia la sua fama, quella che ha sfidato il tempo e dura ancora ai giorni nostri, è dovuta al catalogo, quello che prende il suo nome, il Catalogo di Messier e che annovera un elenco di 110 oggetti, molti nuovi, identificati, descritti e mappati dallo stesso Messier. Il catalogo comprende solamente ammassi stellari e nebulose e fu pubblicato nel 1774.

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L'inizio di questa sua attività collaterale, il catalogo Messier, ha una data precisa: 28 agosto 1758. Messier come molti altri astronomi era alla ricerca della cometa di Halley il cui ritorno era stato previsto per quell'anno ma il destino volle che ad ingarbugliare le attese e le osservazioni degli astronomi arrivassero due comete nuove che nulla avevano da spartire con la cometa di Halley. Una di queste comete è importante per la futura attività di Messier e il fatto avvenne proprio la notte del 28 agosto 1758. 

Lasciamo alle parole dello stesso Messier la cronaca del fatto:

 

"Entrò tra le corna del Toro. Lo scoprii sopra il corno meridionale, a poca distanza dalla stella Z di questa costellazione, una luce biancastra, allungata similmente alla luce di una bugia (candela), non contenente nessuna stella."

Messier aveva scoperto la Nebulosa del Granchio, il suo primo oggetto di quel lungo catalogo che lo avrebbe reso famoso per sempre e l'oggetto fu infatti catalogato con il nome M1. Da quel momento il bisogno di identificare e mappare oggetti fissi nel cielo, in modo tale da non confonderli con eventuali avvistamenti di comete che restavano per lui l'interesse primario, lo portò a trovare altri 109 corpi celesti ripartiti in ammassi stellari aperti, ammassi chiusi e nebulose. Per quanto riguarda le nebulose bisogna sottolineare che solo dal secolo scorso, a partire da M31 nel 1925, si è cominciato a scoprire che numerose di queste erano in realtà qualcosa di molto più grande e distante: infatti erano Galassie come la nostra, lontane milioni di anni luce e contenenti miliardi di masse solari.

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Attività della serata

La nostra serata si è svolta su due piani. Uno prettamente osservativo, tradizionale, attraverso un telescopio di 20 cm di diametro in configurazione Schimdt Cassegrain posto all'aperto e soggetto quindi a tutte le luci parassite che saturano il cielo e che ne abbassano il potere risolutivo. L'altro piano era l'osservazione non diretta ma mediata dalla ripresa digitale. 

 

Attraverso il monitor di un computer portatile collegato in wireless al computer remoto posto in specola a governare il telescopio, gli osservatori potevano seguire direttamente il processo: scelta dell'oggetto su planetario, puntamento, spostamento in automatico del telescopio sulla carta stellare, centratura, messa a fuoco e veloce esposizione: da una quindicina di secondi per gli ammassi a 60 secondi per le galassie. E infine comparsa sul monitore dell'oggetto, in bianco e nero, ma ricco di dettagli, risolto completamente e di dimensioni decine di volte superiori a quello visto in visuale. Era palpabile la differenza: in visuale solo gli oggetti più facili, cioè quelli più vicini, più luminosi, di grande magnitudine e posti allo zenit e quindi meno sensibili all'inquinamento luminoso erano in grado di farsi cogliere offrendo un minimo di informazione. Tutti gli altri purtroppo scomparivano nel mare lattiginoso prodotto dal forsennato inquinamento luminoso.

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La scelta quindi della strada digitale, soprattutto laddove si voglia praticare l'astrofotografia appare l'unica possibile sotto i nostri cieli. E crediamo che l'esperienza della serata, pur essendo stati fortunati perchè il tempo ci ha regalato una notte limpida e trasparente come poche volte qui da noi capita, lo abbia pienamente dimostrato. 

La serata si è svolta con la partecipazione di Monsignor Alceste Catella, Vescovo di Casale Monferrato dal 2008 al 2017 e in seguito Vescovo emerito. Per l'occasione fu riconosciuto Socio Onorario del Gruppo Astrofili Casalese 'Giovanni Celoria' dall'allora presidente Luigi Giachero.

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[1] Osservatorio privato del socio Sandro Ceschin

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