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In Orione un Albatro vola maestoso sul cielo tempestoso: M 42

Aggiornamento: 2 apr


( autori: Sandro Ceschin - Silvano Puccini )


Costellazione di Orione

( Cenni storici sul suo rapporto con la religione, la cultura )


Nella storia dell' umanità numerose sono le narrazioni tramandate su questa imponente Costellazione del cielo boreale e dimostrano come essa abbia permeato la religione, la cultura e la vita quotidiana delle generazioni che ci hanno preceduto.

Si hanno cenni di Orione in India e nel libro sacro “ Popol Vuh “ della civiltà Maya. L' archeologo Robert Cormack ad esempio sostiene che i popoli dell'america centrale abbiano ispirato la loro architettura a questa Costellazione e ne sarebbe prova la città di Quichè, ultima capitale Maya; secondo poi il prof Stansbury Hagar ( segretario del Dipartimento di Etnologia al Brooklyn Institute of the Arts and Sciences ) così sarebbe stato anche per Teotihacan antica città atzeca.


Astronomi del Planetario Adler di Chicago ritengono che nella ciclopica figura del Ragno, incisa sull' arido terreno dell' altipiano di Natzca, ci siano riferimenti alla costellazione di Orione: infatti questa figura altro non sarebbe che un diagramma terrestre per calcolare il variare delle declinazioni della cintura di Orione,

Ma anche i Sumeri che dai loro caldi deserti osservano questa fascinosa costellazione nei loro cieli d'inchiostro ci tramandano nozioni importanti, gravide di religione e vita quotidiana. Orione era il gigante Uru-anna (ossia “luce del cielo”) che fronteggiò Gud-anna (cioè il “toro del cielo”), stando a simboleggiare la lotta perenne tra organismi viventi e le stagioni della natura.


Ed ora rivolgiamo la nostra attenzione all'ultra millenaria civiltà degli Egizi in cui questa Costellazione trova un posto speciale. Orione infatti era il Duat, il Regno dei Morti, identificato con il Dio Osiride e il Duat , cioè Orione, era la dimora celeste cui salivano i Faraoni defunti. Anche nella Bibbia ci sono accenni a questa Costellazione pur se più sfumati e nascosti perchè la religione era contraria alla astrologia. Curiosa comunque resta l' etimologia di Beltegeuse ( 2° stella piu luminosa di Orione ). Essa è una parola di derivazione ebraica composta da Bethel [ casa di Dio ] e Jahase [ fuoco divino ] per cui ne segue che il significato di Beltegeuse potrebbe significare “ Fuoco divino nella casa di Dio “


Ora da questi pochi cenni storici è facile arguire come questa Costellazione sia radicata profondamente , da più di 5000 anni, nelle culture e nelle religioni ovvero nella vita delle civiltà che ci hanno preceduto. E oggi ancora Orione, nei cieli invernali non devastati dalla bulimia luminosa dell' Occidente, si offre allo sguardo degli uomini del XXI secolo in tutto il suo splendore e in tutta la sua bellezza notturna. Essa riporta l'intelligenza e l' animo umano allo stupore inguaribile davanti al mistero comunque insondabile dell' Universo, quell' Universo che da millenni, ogni notte, colma gli occhi degli uomini riconducendoli alla loro misura : frammenti insignificanti al cospetto di una sola galassia e tutti destinati a perdersi nel fiume del tempo.

( sandro ceschin )



BREVI CENNI ASTRONOMICI


M 42 è una policroma nebulosa dalla forma di Albatro incastonata nella Spada di Orione. E' una delle più luminose evicine tanto che nelle notti invernali buie e limpide è possibile distinguerne la presenza a occhio nudo: si coglie come un piccolo batuffolo grigio di ridotta luminosità che alona la stella centrale della spada. Posta a una distanza di circa 1 500 anni luce dalla Terra,] si estende per circa 24 anni luce ed è una tra le regioni di formazione stellare più vicine al sistema solare. Nel suo interno; gli astronomi hanno scoperto dischi protoplanetari, nane brune e intensi movimenti di gas e polveri.

Nel cuore della nebulosa si osserva un ammasso aperto molto giovane, noto come Trapezio.[ Le osservazioni con i più potenti telescopi hanno rivelato molte stelle circondate da anelli di polveri, probabilmente il primo stadio della formazione di un sistema planetario.

Sebbene questa nebulosa fosse già presente in un racconto popolare della popolazione Maya , in occidente la sua soperta è abbastanza recente. Infattil la prima menzione della Nebulosa come tale risale solo al 1610, per opera di Nicolas-Claude Fabri de Peiresc. Fu scoperta poi indipendentemente negli anni successivi da alcuni astronomi importanti dell'epoca, come Christiaan Huygens nel 1656 (il quale pubblicò un primo abbozzo nel 1659) e Charles Messier che notò per la prima volta la nebulosa il 4 marzo del 1769 e nella quale vide pure le tre delle stelle del Trapezio anche se in realtà la prima osservazione di queste tre stelle è ora accreditata a Galileo che sembra le avesse osservate già nel 1617 senza però dare nota della nebulosità circostante.

( fonti Web )



DATI RIPRESA


. Riprese effettuate con Apo TS 86/464 e Apo TS 94/414

. 36 scatti da 30" a 640 Asa con filtro optolong L PRO " con Olympus E5 modificata

. 35 scatti da 30" a 3200 Asa con filtro optolong enhance " con Olympus OM 10

modificata

. 124 scatti da 240 " a 640 Asa con filtro optolong L PRO " con Olympus E5 modificata

. 123 scatti da 240 " a 3200 Asa con filtro optolong enhance " con Olympus OM 10

modificata

Integrazione complessiva 17 h

Inseguimento: Skywatcher 102/500

                         Camera Altair GPCAM1

        Sofware   PHD 2

Elaborazione Pixingsight e Photoshop

Luogo di ripresa: Osservatorio privato. Coniolo : riprese da Gennaio a Marzo 2025




 
 
 

3 Comments


Alberto Rota
Alberto Rota
Mar 26

Una foto realmente eccezionale! Il risultato ottenuto ripaga indubbiamente la notevole mole di lavoro richiesta per la sua realizzazione. La lunga posa totale e la sapiente combinazione di fotogrammi ottenuti utilizzando filtri ed esposizioni differenti, unite ad un'elaborazione svolta magistralmente e curata al minimo dettaglio, hanno permesso di ottenere un'immagine di altissimo livello. La nebulosa si stacca dal fondo cielo con una notevole incisione mostrando i dettagli più fini con un apprezzabile effetto di tridimensionalità. I colori, molto ricchi, evidenziano con dettagliata continuità la variazione cromatica delle varie regioni della nebulosa, permettendo di cogliere anche le parti azzurre, spesso non sufficientemente visibili in molte riprese di M42. Interessante anche l'articolo pubblicato a corredo. Complimenti davvero per la spettacolare immagine!

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Alberto ti siamo davvero grati per questo tuo articolatissimo commento.

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Davvero spettacolare! Complimenti a entrambi!

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