Autori dell' immagine :
Silvano Puccini / Sandro Ceschin
A partire dalla coda del Serpente e scendendo nella parte più alta del Sagittario, immersi nelle spire dense di stelle , nebulositò e polveri, si offre allo sguardo un sestetto di oggetti in cascata uno sotto l' altro. A partire dall' alto :
M 16 Nebulosa Aquila, M 17 Nebulosa Omega, M 18 Ammasso del Cigno Nero, Ngc 6603 ammasso aperto e M 24 Nube delle Caustiche incastonata nella nella Piccola Nube del Sagittario
( in fondo al testo immagine con didascalie )
. La Nebulosa Aquila (nota anche come M 16 o NGC 6611) è visibile nella costellazione della Coda del Serpente; è formata da un giovane ammasso aperto di stelle associato ad una nebulosa a emissione composta da idrogeno ionizzato. La nebulosa è nota fin dal Settecento ed è uno degli oggetti più noti fra quelli del Catalogo di Messier.
. La Nebulosa Omega (nota anche come Nebulosa Cigno, Nebulosa Ferro di Cavallo, Nebulosa Aragosta o con le sigle di catalogo M 17 e NGC 6618) è una nebulosa a emissione, scoperta da de Chéseaux nel 1746 e riscoperta da Charles Messier nel 1764, situata nella costellazione del Sagittario.
La Nebulosa Omega e la Nebulosa Aquila si presentano in cielo molto vicine, separate da appena 2,5°; studiando le rispettive distanze emerge che esse si trovano vicine anche fisicamente, trovandosi a poche centinaia di anni luce l'una dall'altra. Basandosi sulle mappe delle emissioni si può notare che le due nebulose sono effettivamente connesse da una debole fascia nebulosa, visibile anche nelle immagini riprese a lunga posa e sensibili anche al vicino infrarosso;ciò indicherebbe che le due nubi, alle quali se ne aggiunge una terza catalogata come Regione III
a sudovest della Omega, sarebbero parte di un vasto complesso nebuloso molecolare di cui esse rappresentano le aree più dense in cui ha iniziato ad avere luogo la formazione stellare.
. M 18 (noto anche come NGC 6613) è un ammasso aperto non molto appariscente visibile nella costellazione del Sagittario. M18 è stato scoperto da Charles Messier nel 1764 che lo descrive così: "Un ammasso di piccole stelle, poco sotto M17; circondato da una sottile nebulosità. Più facile di M16...Appare nebuloso in un telescopio da 3 piedi e mezzo; con un telescopio migliore si possono vedere le stelle...". M18 è un ammasso stellare aperto molto giovane, con un’età stimata pari ad appena 33 milioni di anni. Esso è formato prevalentemente da giovani stelle. In totale l’ammasso stellare aperto M18 ha una massa pari a circa 188 masse solari. La dimensione stimata dell’ammasso è pari a 17 anni luce e la distanza stimata dalla Terra à di circa 4900 anni luce.
. NGC 6603 è un ammasso aperto incastonato all'interno dell'ammasso M24 ed è un triangolo isoscele di stelline di settima magnitudine. Consiste di circa 30 stelle in un campo di circa 5' di diametro e dista da noi circa 9400 a. l. (Kenneth Glyn Jones dà una stima di 16000 a. l.). La sua estensione lineare pertanto dovrebbe aggirarsi sui 14 a. l.
. La Nube stellare del Sagittario (nota anche come Nube delle Caustiche o M 24), è un vasto insieme di stelle visibile nella costellazione del Sagittario; ingloba anche l'ammasso NGC 6603. ( Vedi sopra ) Fu scoperta da Charles Messier nel 1764, il quale la catalogò col numero 24 del suo celebre catalogo; egli la descrisse come " una evidente nebulosità estesa per oltre un grado e mezzo, al cui interno abbondano stelle di differente luminosità." Anche John Herschel studiò la nube e anche l'ammasso aperto presente al suo interno, NGC 6603, descrivendo quest' ultimo come un oggetto ricco con circa 100 stelle. Altri astronomi dell'Ottocento hanno identificato M24 con quest'ammasso, e non con l'intera nube stellare, prestando forse poca attenzione alla descrizione fornita dal Messier. Questa debole nuvoletta venne stata chiamata "Delle Caustiche" da Padre Secchi, "per la particolare disposizione delle sue stelle in raggi, archi, curve caustiche e spirali intrecciate". M24 si estende in una regione galattica situata lungo il Braccio del Sagittario e possiede una lunghezza di circa 600 anni luce e la sua distanza è stimata in circa 10.000 anni luce dalla Terra.
Fonti: Web
DATI RIPRESA:
Riprese effettuate con Ob. Olympus 150 mm f. 3,2
47 scatti di 90” ciascuno per una integrazione totale di 70' e 30”
Macchina fotografica Olympus OMD E 5 Mark II
sensibilità 1250 ASA
Filtro Optolong L PRO 2''
Montatura EQ6
Inseguimento senza alcuna guida
Elaborazione Pixingsight e Photoshop
Luogo di ripresa: Rolasco Agosto 2023
sempre affascinanti e campi larghi! bellissimo!